Il lento
ciondolar del bove
che potente l’aratro affonda
nel fecondo solco
dell’Aspro italico terreno
sotto la guida
della rugosa mano
dell’antico padre
riporta alla mente
la memoria
di lontani ricordi
di un agreste mondo
ormai passato.
S’ode così
dall’alto del monte
il rintocco di antiche campane
pesante come le gocce
del salato sudore
dell’uomo volgare
che cadono sul vomere lucido
al sole di gennaio.
E mi perdo così
nel profondo e pacioso
sguardo dell’animal cortese
abbandonandomi nell’infinita pace
di queste verdi valli padane.